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DELOITTE: I BISOGNI DELLE PMI PER LA RIPRESA POST COVID-19

20 Ottobre 2020

La crisi come opportunità per evolvere i paradigmi aziendali

 

 

Monitor Deloitte in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Piccola Industria Confindustria e Deloitte Private, pubblica i risultati dell’indagine “I bisogni delle PMI post-Covid”, condotta su un campione di oltre 6.000 PMI italiane.

Le PMI si sono trovate a fronteggiare le ricadute economiche e strutturali della pandemia partendo da situazioni di liquidità e patrimonializzazione, rilevanti per la valutazione del merito creditizio e relativa sostenibilità, non adeguate. Infatti, al termine della Fase 1 (Maggio ’20), la maggior parte delle PMI si è trovata in condizioni di estreme necessità finanziarie (~60% ha subito un rallentamento e ~30% la sospensione totale delle attività durante il periodo di lock-down con un peggioramento della gestione del capitale circolante a discapito della posizione finanziaria netta) e solo una parte residuale (~25%) è riuscita a cogliere nuove opportunità derivanti dalla riconversione degli impianti per la produzione di prodotti «essenziali» (e.g. dispositivi di protezione individuale) o l’adozione di nuove iniziative di business e/o a beneficiare del fatto di operare in settori su cui il Covid-19 non ha prodotto impatti significativi.

 

Per la ripartenza, le aziende si sono mostrate consapevoli di dover lavorare su 3 principali ambiti:

  1. Capacità di innovare: 6 aziende su 10 dichiarano di voler evolvere la propria strategia aziendale, andando a cercare nuovi bacini di Clienti da servire e provando a innovare per adiacenze, sviluppando nuovi prodotti. Contestualmente, 7 aziende su 10 hanno espresso la necessità di adeguare il modello operativo alle nuove esigenze dettate dal new-normal anche attraverso lo sviluppo di nuove competenze con formazione o assunzioni mirate.
  2. Internazionalizzazione e diversificazione: per 1 azienda su 2 la ripresa del business parte dall’internazionalizzazione, e dichiara di voler ampliare la copertura geografica avviando un percorso di ingresso in mercati esteri di maggior interesse per cogliere a pieno le opportunità della ripresa anche oltre i confini nazionali ai fini di una riduzione del rischio di concentrazione di mercato
  3. Scala e solidità patrimoniale: 9 aziende su 10 riconoscono la necessità di rafforzare la dimensione aziendale, prevalentemente ri-bilanciando la propria esposizione verso terzi, con consolidamento dei debiti e implementazione di strategie di patrimonializzazione, anche attraverso operazioni straordinarie, per raggiungere la scala sufficiente per essere resilienti e competitive nel medio-lungo termine

Per concretizzare questa evoluzione, le PMI vedono sempre più nelle istituzioni bancarie un partner a 360°, non solo limitatamente alla sfera finanziaria ma anche su ambiti di supporto più connessi al mondo dei servizi e operativi. Il Covid-19 ha indotto la prima crisi economica post Seconda Guerra Mondiale non generata da uno shock del sistema finanziario e in cui – per gli interventi dei Governi – alle Banche in realtà è stato affidato un ruolo centrale per la rinascita.

Diversamente dal passato infatti, istituzioni, imprese e famiglie si stanno affidando alle Banche per affrontare la crisi e costruire il new-normal. Se sotto il profilo finanziario la relazione Banca-PMI è tradizionalmente consolidata, circa il 50% delle aziende si rivolgerebbe alla sua Banca per temi di natura anche più operativa, come intermediazione con provider specialistici per l’ampliamento dei canali commerciali, l’internazionalizzazione, lo sfruttamento degli incentivi governativi, o consulenza su temi legati a modelli operativi emergenti, anche abilitati dalle nuove tecnologie.

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