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BANCA D’ITALIA: SECONDA EDIZIONE DELL’INDAGINE STRAORDINARIA SULLE FAMIGLIE ITALIANE NEL 2020

1 Aprile 2021

Alla fine di novembre del 2020 la Banca d’Italia ha condotto la terza edizione dell’Indagine Straordinaria sulle Famiglie italiane (ISF) per raccogliere informazioni sull’evoluzione delle condizioni economiche e delle aspettative delle famiglie durante la seconda ondata dell’epidemia di Covid-19. Le interviste hanno coinvolto oltre 2.000 nuclei familiari.

 

 

 

Le principali evidenze che emergono sono le seguenti:

  • Più di un terzo delle famiglie si aspetta un netto peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro in Italia nei successivi 12 mesi; le prospettive sono più negative per i lavoratori autonomi e i disoccupati. Oltre un quinto dei capifamiglia con contratto a termine e un decimo degli autonomi ritiene che la probabilità di perdere il lavoro nei successivi dodici mesi sia superiore al 50 per cento; tra i disoccupati, solo poco più del 10 per cento si aspetta che ci sia una probabilità superiore al 75 per cento di trovare un nuovo lavoro nell’arco di un anno.

  • Le conseguenze della crisi pandemica sulla situazione economica familiare sono state attenuate dal ricorso alle misure di sostegno al reddito: circa un quarto dei nuclei ha percepito almeno una forma di supporto tra settembre e novembre. Anche considerando tali misure, un terzo delle famiglie ha dichiarato di aver subito nel complesso del 2020 una riduzione del reddito familiare rispetto all’anno precedente.

  • Il 20 per cento dei nuclei si attende nel 2021 un reddito inferiore a quello percepito nel 2020.

  • La pandemia ha colpito maggiormente le famiglie dei lavoratori autonomi e dei disoccupati: oltre la metà ha riferito una diminuzione delle entrate nel corso del 2020. Più di un quarto di questi nuclei ha subito un calo dei redditi e se ne attende un’ulteriore riduzione nel 2021.

  • Quasi il 40 per cento degli affittuari e oltre il 30 per cento delle famiglie indebitate hanno dichiarato di avere difficoltà nel sostenere il pagamento dell’affitto o delle rate del debito. A partire dall’inizio dell’epidemia, circa il 15 per cento delle famiglie ha richiesto o ha preso in considerazione la possibilità di richiedere un prestito a una banca o a una società finanziaria, indicando come motivazione principale la necessità di disporre di liquidità e di finanziare le spese correnti.

  • Oltre la metà della popolazione vive in famiglie che dichiarano di non disporre di risorse finanziarie sufficienti a mantenere uno standard minimo di vita per almeno tre mesi in assenza di entrate, in linea con quanto rilevato in primavera; più di un quinto degli individui si trova in questa condizione e ha contemporaneamente subito un calo del reddito familiare nel 2020.

  • Rispetto alla precedente rilevazione, sono rimaste elevate le intenzioni di risparmio: più del 40 per cento dei nuclei ritiene di poter spendere meno del proprio reddito annuo nei successivi dodici mesi. Tali intenzioni sono diffuse sia tra le famiglie che si aspettano un aumento o stabilità del reddito, sia tra quelle che se ne attendono una riduzione.

  • I comportamenti di consumo continuano a risentire fortemente dell’emergenza sanitaria. La spesa effettuata in novembre per abbigliamento, alberghi, bar e ristoranti è inferiore al periodo precedente la pandemia per circa l’80 per cento delle famiglie; quella in servizi di cura della persona per circa due terzi di esse (tav. 6). La flessione dell’insieme di queste voci di consumo ha interessato in misura maggiore le regioni che al momento della rilevazione erano in zona rossa e arancione.

 

Nota Integrale

 

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