Bilanci e prospettive, per chiudere un altro anno positivo per il settore e guardare al nuovo con visione e strategia. Non poteva che non essere un numero di sintesi, l’ultima edizione 2025 della rivista “Costruttori Romani“, realizzato grazie al contributo del Centro Studi ANCE ROMA – ACER. Qui di seguito – in pdf – potete leggere le 23 pagine del nostro bimestrale che abbiamo titolato: “Prospettive edilizie. Roma oltre il 2026“.
Per il Presidente ANCE ROMA – ACER, Antonio Ciucci: “Mettiamo in sicurezza il futuro e guardiamo oltre il 2026” – L’editoriale è a pagina 5 e qui vi riproponiamo un estratto: “Cari costruttori, cari amici, abbiamo dedicato questo sesto numero della rivista “Costruttori Romani” alle prospettive future per il settore edile, partendo dai dati dell’oggi. Un bilancio dell’anno che sta per chiudersi e che costituisce un momento di passaggio importante. Il quadriennio della mia presidenza ha attraversato una stagione positiva per l’edilizia, in Italia e a Roma: i bonus edilizi e in particolare il Superbonus, nonostante le criticità denunciate in primis da ANCE, hanno rappresentato il primo tassello verso la riqualificazione e l’efficientamento energetico dell’ormai vetusto patrimonio immobiliare italiano. Gli investimenti pubblici del Giubileo e del PNRR hanno sostenuto l’occupazione e consentito l’attuazione di importanti progetti per il territorio. Nella Capitale il cantiere è diventato il simbolo di una città finalmente in evoluzione. Più volte e in più occasioni ho però rimarcato la necessità di una programmazione adeguata, slegata dalle contingenze e saldamente ancorata a una visione di lungo periodo. Il nostro Paese e la nostra Capitale – e con loro l’edilizia – non possono crescere senza investimenti strutturali. È un appello che ribadisco ancora una volta perché i dati ci segnalano un rallentamento e aprono a scenari incerti. Noi costruttori guardiamo al futuro prossimo con ottimismo ma dobbiamo valutare misure utili a sostenere il nostro settore: non vorremmo respirare di nuovo l’aria di una crisi che dal 2008 ci ha rallentato per tredici lunghi anni”.