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GREEN BUILDING ITALIA: OLTRE 15 MILIONI DI METRI QUADRI DI EDIFICI GREEN

22 Novembre 2021

Un diverso modo di costruire e abitare le città. Cosa rende un edificio green? Quali sono i requisiti per valutarne la sostenibilità? L’ultima pubblicazione di Green Building Council Italia, “Green buildings in Italy. I progetti green certificati in Italia” fornisce le conoscenze che servono per una nuova edilizia urbana attenta all’uomo e all’ambiente.

 

L’Italia sta consolidando una posizione di leadership in Europa nell’ambito dell’edilizia sostenibile. Secondo GBC Italia, oggi si stannoo consolidando le prassi di trasformazione energetico-ambientale. Se si considerano i protocolli LEED siamo ad oggi oltre i 900 edifici tra certificati e in via di certificazione, in tale ambito gli edifici certificati, se aggregati, hanno una dimensione complessiva superiore a 5 milioni di metri quadrati e a questi vanno aggiunti gli oltre 8 milioni di metri quadrati di edifici registrati e per i quali è in corso il processo di certificazione.

Vanno inoltre considerati gli oltre 1,5 milioni di metri quadrati di edifici che stanno perseguendo differenti protocolli internazionali come ad esempio Breeam o Well. Nella sola Milano le costruzioni green sono passate da 200 nel 2018 a 320 nel 2020, Roma ne conta in poco tempo ben oltre 100 e più in generale nel paese, compreso nelle aree di ricostruzione post sisma, è in costante aumento il numeri degli edifici che perseguono i protocolli di green building.

Tra le migliori pratiche spiccano tre casi di rigenerazione su scala urbana a Milano: Porta Nuova, City Life e Uptown. Progetti sostenibili che hanno ridisegnato le forme di periferie e quartieri storici, rivitalizzato vuoti urbani e creando un modello urbanistico rispettoso dell’ambiente e altamente attrattivo. Luoghi di vita e di incontro pensati per la comunità, su misura non solo per chi vi lavora e vive ogni giorno, ma capaci anche di una alta attrattività turistica.

Savona nel 2017 ha aderito, prima in Europa, a LEED for cities, uno dei primi protocolli al mondo applicabile alla città, che valuta la gestione sostenibile di un insediamento urbano, mediante la misura di vari parametri, tra i quali le prestazioni energetiche, la riduzione del consumo idrico, il miglioramento dei servizi pubblici (trasporti, gestione rifiuti) e il benessere sociale.

Guardando con lungimiranza il futuro, e all’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile “Città e comunità sostenibili”, dobbiamo concepire un diverso modo di costruire e abitare le città, considerando l’edificio non solo come un involucro inanimato ma come un sistema in grado di interagire con l’ambiente circostante e le persone che lo abitano. Per perseguire l’obiettivo del Green Deal di una Europa climaticamente neutra entro il 2050 è prioritario affrontare in modo esteso le emissioni causate dal settore dell’edilizia con l’obiettivo di contribuire a ridurre gli impatti energetico-ambientali complessivi.

 

 

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