Per qualificarsi e crescere, “serve un mercato che garantisca un accesso equo alle imprese, permettendo alle imprese stesse di diventare sempre più competitive. Per questo vogliamo una regolamentazione più stringente dell’in house e la modifica della norma che consente ai concessionari nei settori speciali di internalizzare i lavori”. A dirlo il Presidente ANCE ROMA – ACER, Antonio Ciucci, intervenuto – alla Camera dei Deputati – al convegno “Il Codice dei Contratti pubblici (D.Lgs. n.36/2023) e le successive modifiche ed integrazioni – Il percorso applicativo da parte di PA e operatori del diritto e le sfide del PNRR”, organizzato da Associazione culturale Dott. Giuseppe Pistilli, Associazione culturale Dott. Pietro Taglienti e Unione nazionale segretari comunali e provinciali. Soffermandosi sui principi del risultato e dell’equilibrio contrattuale, Ciucci ha commentato: “Nel caso del primo, per raggiungere il risultato e portare a termine l’opera in tempi certi, l’opera dev’essere correttamente stimata in termini economici, i prezzi devono essere attuali, i computi devono essere esaustivi e i metodi di gara non devono privilegiare la logica del massimo ribasso. L’obiettivo dev’essere quello dell’opera migliore pagata meglio, ma per raggiungere quest’obiettivo abbiamo ancora degli step da fare, alcuni dei quali evidenziati all’interno dello stesso Codice. In tema di prezziari, ad esempio, è necessario uniformare i prezziari regionali, perché rischiamo di quotare le opere in maniera differente. La seconda questione è l’attualizzazione delle spese generali, ferme da quarant’anni”.
Ciucci ha poi proseguito: “Un altro auspicio, riguardante l’offerta economicamente più vantaggiosa – che riteniamo essere il sistema da adottare soprattutto per le opere sopra la soglia comunitaria – è che, come per quelle ad alto consumo di manodopera, ci sia un’aliquota massima per la parte prezzo: il 30 per cento, con delle formule che non privilegino il massimo ribasso, è il giusto modo per realizzare il principio del risultato ma anche dell’equilibrio contrattuale”. Ancora sull’equilibrio contrattuale, ha poi aggiunto il Presidente dei costruttori romani, “un appunto va fatto sulla revisione prezzi, questione che di fatto nel Codice è stata risolta. Ma c’è una quota di lavori – molti dei quali Pnrr – rimasti esclusi, poiché banditi con una normativa precedente a quella del Codice 36. Il legislatore ha previsto per questi contratti una misura straordinaria, il cosiddetto decreto legge Aiuti, che però non è ancora stato prorogato per il 2026 e ha una problematica di copertura finanziaria. Se non risolviamo questa criticità, dando una proroga definitiva fino a ultimazione dei lavori, lo spettro della risoluzione per eccessiva onerosità diventerà realtà“.
Ciucci è infine intervenuto sul CCT, “altra novità fondamentale del Codice per il principio del risultato e dell’equilibrio contrattuale. Il CCT dovrebbe funzionare anche prima che si sostanzi il maggiore onere o il maggiore costo per l’impresa; può essere uno strumento preventivo, dunque fondamentale. Pensiamo che debba essere rafforzato ed esteso, e che le regole di funzionamento dell’istituto non debbano essere derogate dalle stazioni appaltanti con regolamenti interni. Auspichiamo inoltre che le pronunce assunte dai collegi possano avere una forma di pubblicità”.