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ISTAT: PREZZI AL CONSUMO – MARZO 2023

18 Aprile 2023

Nel mese di marzo 2023, l’Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (nic), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 7,6% su base annua, da +9,1% nel mese precedente; la stima preliminare era +7,7%.

Il rallentamento dell’inflazione si deve, in primo luogo, alla decelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +40,8% a +18,9%) e alla flessione di quelli degli energetici regolamentati (da -16,4% a -20,3%), i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,7% a +9,1%), di quelli dei servizi relativi all’abitazione (da +3,3% a +3,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,1% a +6,3%) e dei tabacchi (da +1,8% a +2,5%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che si attesta a +6,4%.

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,0% per l’indice generale e a +4,0% per la componente di fondo.

Nel primo trimestre 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+12,5% e +8,2% rispettivamente).

Infine, i prezzi del “carrello della spesa” rallentano su base tendenziale, scendendo a +12,6%.

Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti l’inflazione più elevata si osserva a Genova (+9,8%), Palermo (+8,7%) e Perugia (+8,6%). A Roma si colloca al 7,3%.

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